Il nuovo ruolo degli USA nel mondo | Intervista a David Hamod

Oltre 100 persone hanno partecipato il 13 giugno scorso al “Commodity Traders’ Dinner” organizzato dalla Lugano Commodity Trading Association (LCTA) presso il TASIS, l’American School a Montagnola. Special guest dell’evento sponsorizzato da BancaStato è stato David Hamod, Presidente e CEO della “National U.S. – Arab Chamber of Commerce”
L’ospite del Commodity Traders’ Dinner, David Hamod, ha tenuto un discorso interessante sul tema “Il nuovo ruolo dell’America nel mondo: un punto di vista da Washington”. È stata un’ottima occasione per approfondire un argomento geopolitico molto attuale, ma anche un’occasione unica per incontrare i principali attori che ruotano attorno al settore del commercio di materie prime a Lugano, rappresentanti di banche, assicurazioni, fiduciari, compagnie di noli marittimi e altri fornitori di servizi.
David Hamod ha condiviso con tutti i presenti la sua visione personale sull’odierna politica estera degli USA. Vi proponiamo quindi un’interessante intervista con lo special guest al Commodity Traders’ Dinner della LCTA.
Signor Hamod, il suo discorso di apertura all’evento della LCTA era intitolato «Il nuovo ruolo dell’America nel mondo: un punto di vista da Washington». Quale messaggio ha voluto evidenziare?
“Nel mio discorso ho sottolineato che la LCTA dovrebbe aspettarsi di vedere dei cambiamenti nel ruolo tradizionale che gli Stati Uniti hanno giocato in quanto leader nella comunità globale. La politica del Presidente Donald Trump «America First» è focalizzata sugli interessi nazionali degli Stati Uniti, definita nel senso stretto del termine. Questa visione è coerente con una famosa citazione del 1848 di Lord Palmerston, con la quale ipotizzava che le nazioni non hanno né amici permanenti, né alleati permanenti,
ma solo interessi permanenti. In poche parole, il Presidente Trump sta ridefinendo gli interessi dell’America. A mio parere, sta dicendo chiaramente che il mondo non deve più vedere gli Stati Uniti come Nazione leader per le questioni globali come il libero scambio, i cambiamenti climatici, i diritti umani, il mantenimento della pace, la lotta contro
le malattie e, forse, persino per la sicurezza”.
Il presidente Trump sta dicendo chiaramente che il mondo non deve più vedere gli Stati Uniti come Nazione leader per le questioni globali
Quali sono quindi le implicazioni?
“Un antico proverbio cinese dice «Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo». In altre parole, il Presidente Trump potrebbe avere successo nel ridefinire la posizione americana in certe questioni globali, ma la diminuzione del ruolo degli USA potrebbe anche avere conseguenze involontarie. Per esempio, la decisione del Presidente di abbandonare il Partenariato Trans-Pacifico e di ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima ha aperto la strada alla Cina per assumere una posizione di leadership su entrambe le questioni. Personalmente, non sono convinto che lasciare alla Cina definire tali problematiche globali sia nel miglior interesse degli Stati Uniti o dell’Europa. Aristotele è associato
all’horror vacui, il concetto che la natura abhors a vacuum. In anni recenti, gli USA ne hanno avuto un’esperienza diretta, soprattutto nella tragedia siriana. Con una politica condotta da dietro le quinte, l’Amministrazione Obama ha di fatto invitato la Russia a diventare un importante giocatore in Medio Oriente, una decisione che avrà delle conseguenze politiche estere per i decenni a venire”.
La decisione del Presidente di abbandonare il Partenariato Trans-Pacifico e di ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima ha aperto la strada alla Cina per assumere una posizione di leadership su entrambe le questioni.
Dall’altra faccia della medaglia, osare può anche avere conseguenze involontarie, vero?
“Questo è assolutamente vero. Un buon esempio di ciò è il divieto di ingresso negli USA imposto per cittadini di alcuni Paesi musulmani. Capisco la ragione legata alla sicurezza, ovviamente, ma il divieto sta avendo un effetto «spaventoso» sul turismo, l’educazione, la sanità e altri settori americani che dipendono in modo importante da professionisti
provenienti da tutto il mondo, inclusi gli Stati MENA. Come ho suggerito nel mio discorso per la LCTA, questo divieto e il dibattito sull’immigrazione stanno toccando un nervo scoperto negli Stati Uniti perché vanno contro un ethos nazionale, secondo il quale ognuno si merita una possibilità per realizzare i propri sogni. Il 90% degli Americani deve la presenza negli USA all’immigrazione, che ha dato ai propri antenati l’opportunità di ricominciare la loro vita nel Nuovo Mondo. L’America è stata costruita dalla forza delle sue comunità etniche, inclusi i musulmani, che sono stati, innanzitutto, una parte importante di cosa «ha fatto grande l’America»”.
Il 90% degli Americani deve la presenza negli USA all’immigrazione, che ha dato ai propri antenati l’opportunità di ricominciare la loro vita nel Nuovo Mondo.
Un commento finale per i nostri lettori?
“Sono stato molto onorato a poter intervenire durante l’evento della LCTA dello scorso giugno e vorrei ringraziare il mio amico di lunga data, Tom Patrick, Presidente della LCTA, per l’opportunità. La prossima volta che verrò a Lugano, porterò con me la mia famiglia, così che anche loro potranno godere dell’ospitalità eccezionale della vostra comunità!”
David Hamod:
un ritratto della persona e delle attività
Nel 1988 David Hamod ha fondato Intercom International Consultants, un’impresa di consulenza a Washington, che fornisce i suoi servizi a numerosi gruppi di imprese, tra cui più di 30 aziende statunitensi. Come Presidente di Intercom, Hamod ha inoltre lavorato per più di un decennio per il Comitato di politica internazionale della Camera di Commercio americana. Oggi è Presidente e CEO della “National U.S. – Arab Chamber of Commerce”. La National U.S. – Arab Chamber of Commerce” (NUSACC, www.nusacc.org) è l’organizzazione che da più tempo si occupa del commercio tra USA e Paesi Arabi ed è ampiamente considerata la voce del commercio statunitense nei 22 Paesi arabi in Medio Oriente e nel Nord Africa (MENA). La Camera è un’entità indipendente e apolitica che serve più di 25’000 stakholder e aziende affiliate.
Oltre 100 persone hanno partecipato il 13 giugno scorso al “Commodity Traders’ Dinner” organizzato dalla Lugano Commodity Trading Association (LCTA) presso il TASIS, l’American School a Montagnola. Special guest dell’evento sponsorizzato da BancaStato è stato David Hamod, Presidente e CEO della “National U.S. – Arab Chamber of Commerce” La NUSACC è l’unica entità commerciale negli Stati Uniti riconosciuta ufficialmente dalla Lega degli Stati Arabi e dall’Unione delle Camere di commercio arabe. Un anno fa, in riconoscimento dei contributi della NUSACC, la Camera ha ricevuto, da parte del Presidente degli Stati Uniti, il prestigioso “E Award” per il Servizio Export, il più alto riconoscimento che un’organizzazione americana può ricevere per il sostegno ad attività legate all’export.

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